Demetrius attraversò il corridoio della villa diroccata in fretta
e furia, diretto alla cripta. Gli zombie a protezione del luogo lo lasciarono
passare indisturbato: in qualche modo avevano riconosciuto il negromante,
nonostante fossero privi di cervello. Entrato nella cripta, Demetrius si trovò
davanti il solito ampio salone di pietra immerso nelle tenebre e in quella
strana nebbiolina color viola: qualsiasi pio uomo di fede si sarebbe reso conto
che quell’area era permeata dalla sacrilega magia negromantica. Il vecchio
attraversò la sala in tutta fretta, recandosi nella parte più interna della
cripta, dove sapeva che lui riposava e studiava. Con grande stupore del vecchio,
trovò la stanza vuota, ma all’improvviso, da dietro di lui, la sua voce, sempre
fredda e gelida come una notte d’ inverno nel Drakwald: “ Ci sono novità,
Demetrius?” Il negromante ebbe un sussulto girandosi e vedendo a un metro da
lui un uomo sulla trentina di bell’aspetto e dalla veste simile alla sua, ma si
ricompose subito: “Nemici alle porte della villa: pensavo che fosse la solita
banda di straccioni, ma si stanno rivelando un nemico molto più ostico del
previsto, ho bisogno di te, Ludwig, da solo non ce...” Demetrius non riuscì a
finire la frase: il vampiro necrarca gli diede le spalle ed iniziò ad avviarsi all’ingresso
della cripta, scuotendo la testa in segno di disapprovazione: “ Ora capisci
perchè lui scelse me e non te, fratello?” Il vecchio si morse la lingua per non
replicare e seguì il vampiro.
Fuori dalla magione, degli uomini armati di moschetto
stavano dando del filo da torcere ad una marmaglia di cadaveri ambulanti. Gli
zombie erano ancora in sovrannumero, ma gli uomini erano posizionati bene e
conoscevano alla perfezione le proprie armi, che riuscivano a ricaricare in un battito di ciglia. Avrebbero vinto
quella battaglia ben presto, erano sicuri che avrebbero epurato quel lungo nel
nome di Sigmar!
La loro speranza venne meno, quando tre dei non morti che avevano
abbattuto si rialzarono, correndo loro incontro. Li riabbatterono, ma questi si
rianimarono e proseguirono nella loro irrefrenabile e inesorabile marcia. Ugualmente fecero gli altri cadaveri abbattuti fino a quel momento e,
In men che non si dica, il cortile della villa tornò ad essere invaso dagli
zombie. Quei pii uomini vennero ben presto soverchiati da quell'orda famelica.
Dopo lo scontro, Ludwig attraversò a passi lenti il cortile,
avvicinandosi ai corpi degli assalitori. Sussurrò alcune blasfeme parole in una lingua morta e si rianimarono, senza più un briciolo di volontà. Il
vampiro rientrò nella villa soddisfatto, ghignando davanti all’espressione
amareggiata del fratello mortale.
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