mercoledì 27 dicembre 2017

L'Inverno sta arrivando!



I Templari avanzavano cauti quella notte tra le rovine di Mordheim. Faceva più freddo del solito, forse a causa dell’appropinquarsi dell’inverno, ma ciò non avrebbe fermato quei pii uomini fedeli a Sigmar! Il loro obbiettivo consisteva nello stanare un culto blasfemo di cui si sapeva nulla e che pare che si fosse instaurato nella zona dei templi. I Cacciatori di Streghe ed il loro Comandante erano bramosi di dare in pasto ai propri mastini quei cani infedeli: nulla avrebbe fermato la loro avanzata!
Arrivarono nei pressi del tempio descritto da quello straccione del Middenheim: si trattava di una modesta struttura praticamente ridotta in rovina. Il tetto, probabilmente in legno, non esisteva più e le 4 mura dell’edificio erano in parte crollate. Dalle poche incisioni superstiti, si poteva intuire che quel luogo fosse stato consacrato a Ulric, il Lupo Bianco, Dio dell’Inverno e della Guerra. I Sigmariti vennero scossi da un brivido per un secondo: il culto di Ulric era avverso a quello di Sigmar.
Il Capitano dei Cacciatori di Streghe decise di esplorare le rovine con due dei propri sottoposti, mentre i restanti  membri della banda rimasero fuori a fare la guardia. I 3 attraversarono quell’inquietante portale provvisto di testa di lupo e si trovarono nell’edificio in rovina. Sulle pareti diroccate, si potevano vedere ancora tratti di affresco con motivi che rimandavano all’inverno e ai lupi, mentre l’intera sala era spoglia e piena di macerie.
All’improvviso, si sentì un lungo ed agghiacciante ululato provenire da fuori. Il Capitano e i propri sottoposti scattarono verso il portale per vedere che cosa stesse succedendo. Lo spettacolo che si parò loro davanti era a dir poco spaventoso: dalla nebbia emersero 11 figure umane ed un grosso lupo che caricarono ululando gli sventurati Templari e i loro mastini. I seguaci di Sigmar vennero colti completamente alla sprovvista e non furono in grado di prepararsi adeguatamente allo scontro: fu una carneficina. Il Capitano dei Cacciatori vide i propri seguaci perire in brevissimo tempo. Prima di morire, si rese conto di essere stato raggirato dallo straccione, il quale aveva fatto finire lui e la propria banda dritto nella bocca del lupo. La caccia dei fratelli Unsberg era stata nuovamente proficua!         

domenica 24 dicembre 2017

Addestramento alla Rocca

Quella mattina alla Rocca gli allenamenti iniziarono come al solito dopo le preghiere. Le Matriarche cercavano di mantenere invariata la quotidianità all’interno del monastero per le proprie consorelle dopo il Cataclisma, ma era evidente quanto questo risultasse uno sforzo immane: la tensione e la paura scuotevano i cuori anche delle più impavide ed austere Sorelle Superiori. Nella Piazza d’Armi della Rocca, alcune sorelle si addestravano nell’uso del Martello, arma sacra a Sigmar, altre nell’utilizzo della Frusta d’Acciaio, arma per cui la Sorellanza era rinomata, mentre le più giovani facevano solo esercizi ginnici sotto gli attenti occhi delle Sorelle Superiori.
Improvvisamente, le porte del Refettorio che si affacciava sulla Piazza d’Armi si spalancarono e fece il proprio ingresso Fiorenza Von Rammstein, Matriarca delle Penitenti Rosse, accompagnata dal proprio stuolo di giovani combattenti. Il gruppetto prese posto nell’ala est del Cortile di Addestramento ed attorno a loro si fece il vuoto: per quanto le Penitenti Rosse fossero tra le più forti combattenti della Rocca, avevano la nomea di essere impure, indisciplinate e prive di un’autentica fede. Fiorenza si fece circondare dalle Sorelle Superiori che l’accompagnavano e si mise in posizione di guardia, mentre il resto delle Penitenti restava a guardare. La scena attirò l’attenzione di alcune novizie: nessuna di loro avrebbe scommesso su quella grossa e grassottella donna al centro, ma ben presto vennero smentite.
La prima Sorella Superiore che si mosse verso la Matriarca finì faccia a terra ancor prima di raggiungerla, a causa della frusta d’acciaio che Fiorenza faceva schioccare con incredibile maestria, la seconda rotolò nella polvere dopo aver preso in piena faccia una martellata, mentre la terza ricevette un calcio così forte da essere sbalzata contro una delle colonne del chiostro, parecchi metri più in là rispetto al lungo dello scontro.
Le novizie che assistettero alla scena si stupirono, mentre le Penitenti Rosse rimaste a guardare restarono impassibili. Fiorenza andò da ciascuna delle avversarie e le curò con il benedetto potere di Sigmar, dando loro qualche nozione di combattimento nel mentre. Dopo che le Sorelle Superiori furono sistemate, la Matriarca tenne una lezione al resto delle Penitenti sulle tattiche di combattimento e le strategie da utilizzare in battaglia.
Durante la lezione, altre due Sorelle Superiori in assetto da combattimento si avvicinarono alle Penitenti ed una di loro domandò, interrompendo il donnone: “ Fiorenza Von Rammstein, Matriarca delle Penitenti Rosse?” Per quanto le Sorelle Superiori recassero i simboli personali della Badessa su tonache ed armature, Fiorenza si volse verso di loro con uno sguardo carico d’odio: non sopportava essere interrotta mentre parlava. La Sorella Superiore continuò, nonostante il gelido sguardo degli occhi azzurro ghiaccio di Fiorenza: “La Suprema Matriarca desidera parlare con lei: è attesa dopo pranzo” Detto questo, le due Sorelle Superiori si dileguarono e la Matriarca poté continuare la propria lezione.

sabato 23 dicembre 2017

L' assalto alla Villa



Demetrius attraversò il corridoio della villa diroccata in fretta e furia, diretto alla cripta. Gli zombie a protezione del luogo lo lasciarono passare indisturbato: in qualche modo avevano riconosciuto il negromante, nonostante fossero privi di cervello. Entrato nella cripta, Demetrius si trovò davanti il solito ampio salone di pietra immerso nelle tenebre e in quella strana nebbiolina color viola: qualsiasi pio uomo di fede si sarebbe reso conto che quell’area era permeata dalla sacrilega magia negromantica. Il vecchio attraversò la sala in tutta fretta, recandosi nella parte più interna della cripta, dove sapeva che lui riposava e studiava. Con grande stupore del vecchio, trovò la stanza vuota, ma all’improvviso, da dietro di lui, la sua voce, sempre fredda e gelida come una notte d’ inverno nel Drakwald: “ Ci sono novità, Demetrius?” Il negromante ebbe un sussulto girandosi e vedendo a un metro da lui un uomo sulla trentina di bell’aspetto e dalla veste simile alla sua, ma si ricompose subito: “Nemici alle porte della villa: pensavo che fosse la solita banda di straccioni, ma si stanno rivelando un nemico molto più ostico del previsto, ho bisogno di te, Ludwig, da solo non ce...” Demetrius non riuscì a finire la frase: il vampiro necrarca gli diede le spalle ed iniziò ad avviarsi all’ingresso della cripta, scuotendo la testa in segno di disapprovazione: “ Ora capisci perchè lui scelse me e non te, fratello?” Il vecchio si morse la lingua per non replicare e seguì il vampiro.
Fuori dalla magione, degli uomini armati di moschetto stavano dando del filo da torcere ad una marmaglia di cadaveri ambulanti. Gli zombie erano ancora in sovrannumero, ma gli uomini erano posizionati bene e conoscevano alla perfezione le proprie armi, che riuscivano a ricaricare  in un battito di ciglia. Avrebbero vinto quella battaglia ben presto, erano sicuri che avrebbero epurato quel lungo nel nome di Sigmar! 
La loro speranza venne meno, quando tre dei non morti che avevano abbattuto si rialzarono, correndo loro incontro. Li riabbatterono, ma questi si rianimarono e proseguirono nella loro irrefrenabile e inesorabile marcia. Ugualmente fecero gli altri cadaveri abbattuti fino a quel momento e, In men che non si dica, il cortile della villa tornò ad essere invaso dagli zombie. Quei pii uomini vennero ben presto soverchiati da quell'orda famelica.
Dopo lo scontro, Ludwig attraversò a passi lenti il cortile, avvicinandosi ai corpi degli assalitori. Sussurrò alcune blasfeme parole in una lingua morta e si rianimarono, senza più un briciolo di volontà. Il vampiro rientrò nella villa soddisfatto, ghignando davanti all’espressione amareggiata del fratello mortale.

venerdì 24 novembre 2017

Storia delle Bande: Armigeri de la Quest



Il tetro carro e la sua scorta si trascinava a fatica in quella palude. Era stato un lungo e faticoso viaggio dalla Bretonnia per i 3 scudieri mortali di Philippe, ma sapevano bene che sarebbero stati lautamente ricompensati, se avessero lavorato per il Conte. Avevano dovuto evitare le strade principali per via del carico: un carico fatto di zanne ed artigli affilati come rasoi.
Improvvisamente il carico iniziò a latrare e il negromante seduto sopra il carro sghignazzò: “Percepite la sua presenza, vero, piccoli miei? Percepite la presenza del vostro padrone!” Il negromante iniziò a guardarsi attorno, ma a poco servì, poiché la nebbia in quella palude era troppo fitta.
Dopo poco tempo, una figura emerse dalla nebbia. Vestiva una scintillante armatura color cremisi tipica dei Draghi Sanguinari ed un lungo mantello biancastro scendeva dalle spalle. Si intravedevano lunghi capelli bianchi sotto l’elmo riccamente ornato ed il volto pallido aveva un’espressione altera e sicura di sé. Al suo comparire, gli scudieri si inginocchiarono immediatamente, mentre  il negromante scendeva dal carro sghignazzando. Con un falso tono di rispetto, il negromante si piegò ed esordì con le seguenti parole: “Philippe Artois, Conte di Quest, Nobile Cavaliere dell’Ordine dei Draghi Sanguinari, il vostro umile servitore Mordred Richelieu vi rende omaggio e reca con sé ciò che voi avevate richiesto!”
L’uomo in armatura rimase impassibile a tamburellare il pomolo della spada che gli pendeva sul fianco sinistro  ed osservò con i propri occhi completamente neri il carro che si muoveva e latrava. “Apritelo” Disse dopo alcuni minuti. I suoi uomini scattarono prontamente e il carro venne aperto. Da esso emersero 3 esseri infernali, che in vita dovevano essere stati dei grossi e bellissimi cani da caccia, ma che ora apparivano come mostri dal pelo scuro e dagli occhi rossi. Quelle creature si mossero ringhiando verso Philippe e lo circondarono. Gli scudieri misero mano alle armi, pronti a difendere il loro tetro padrone, qualora i lupi si fossero mossi per attaccarlo. Così non fu: quegli esseri si avvicinarono a Philippe e si accucciarono ai piedi del loro padrone. Fu la prima ed unica volta che Philippe accennò un sorriso, con grande stupore dei suoi scudieri, i quali non credevano che il loro signore avesse più qualche vezzo da mortale. Mondred, invece, continuava a sghignazzare, proprio perché sapeva quali fossero le debolezze del suo “Padrone”: “ Vi piacciono, Conte? Ci ho messo tutta la mia arte e i miei studi per realizzarli. Ora potrete organizzare le battute di caccia, come un nobile del vostro rango che si rispetti, in questa città abbandonata dagli dei”
“Hai fatto un ottimo lavoro, Mordred, devo riconoscerlo!” La voce del Conte era profonda e cupa come al solito: “ Quali sono i nuovi ordini del Duca?”
“Nessuna variazione rispetto a quando siam partiti dalla Contea, mio signore: l’ordine da parte del Duca è di recuperare più Malapietra possibile, in vista della guerra del Duca contro suo fratello, il re di Bretonnia”
“E allora non stiamo a tergiversare ancora: abbiamo un compito da svolgere” Artois si voltò: “ Raccogliete le vostre cose e muovetevi: la caccia ci attende!” Detto questo, scomparve nella nebbia seguito dai suoi fedeli segugi. I suoi scudieri, benché stanchi, obbedirono agli ordini del Conte ed impacchettarono le proprie cose, sotto gli attenti occhi di un Mordred sempre intento a sghignazzante: sapeva fin troppo bene che Artois obbediva al Duca di malavoglia, ma quelli non erano in realtà gli ordini del Duca...
Povero Philippe: ha sempre avuto in seno una serpe fin da quando era mortale e non se ne è mai accorto!

Nuova Campagna di Mordheim: Introduzione.

*Anno 2000 dalla fondazione dell’Impero: Il regno del Padre degli Uomini è in subbuglio. I Conti Elettori e Lady Magritta del Mariemburg si scontrano politicamente e, alle volte, militarmente per far valere i propri diritti sul trono. Per finanziare intrighi e le scellerate lotte fratricide, i vari contendenti inviano uomini senza legge o morale per le vie della ormai dannata Mordheim, la città che, si dice, subì l’ira di Sigmar. Lo stesso Gran Teogonista, ben lontano dai precetti della chiesa che egli comanda, invia fanatici alla ricerca di Malapietra, una risorsa divenuta inestimabile per molti, con la scusa di ricercare e distruggere gli orrori che si annidano in quella città. Beh, non si può certo dire che il Gran Teogonista sbagli: a Mordheim qualcosa si aggira di sicuro, ma è ben più tetro di quanto la fantasia degli uomini possa anche solo immaginare…

sabato 30 gennaio 2016

La guerra alle sacre porte

Nell'ora più buia, dove la corruzione ed i più bassi istinti ormai predominano in quel mondo ove la luce del sole sacro si rifiuta quasi di mostrarsi, un bagliore si è acceso. Ed è proprio nel buio che la luce splende più forte e maestosa.
voci che si odono.
Voci che si rincorrono.
Voci che dicono che l'astro delle sorelle non è morto.
Voci che dicono che Sigmar in persona l'abbia fatta rinascere.
Voci che dicono di Bertha.
E' stata vista. Forse è davvero viva.
O forse no. Quel che si sa è che la Rocca è presa d'assedio. E per la grandezza di Sigmar, dovrà essere spezzato!
Alle Armi!

Nubi rosse presagio di morte e sventura. Un freddo vento gelido soffia dal Nord, come se preannunciasse da dove sarebbe venuto il male.
Il sole oscurato venne rivelato da un piccolo spiraglio di luce, un piccolo bagliore, una fioca, piccola, insignificante speranza
 si riusciva ad intravedere all'orizzonte, ma ogni speranza  svanì quando un troppo grande gruppo per essere chiamato banda si intravide
tra le feritoie delle mura.
Ogni Sorella sapeva che cedere terreno avrebbe significato la distruzione della Rocca e l'ascesa della morte su Mordheim,
così dovette prendere in mano la situazione Bertha Bestraufrung, la Madre Superiore difensore del bene nella città.
Lo scontro che ne seguì fu sanguinoso da entrambe le parti, ma il potere di Khorne non riuscì a prendere piede in quel luogo
così sacro e pio. Nonostante caddero molte Sorelle nessuna delle rimanenti volle cedere terreno ai caotici invasori.
Ogni gesto fu portato per il bene o il male, ogni azione, ogni decisione fu per compiacere gli Dei.
Di tutti i momenti salienti i più degni di nota furono la sconfitta di Bertha, della vera Bertha questa volta, da parte di Khârn!
Ciò nonostante nemmeno questo sforzo non bastò ad accrescere il potere del Dio del sangue
e di lì a poco ogni caotico fu abbattuto, colpo dopo colpo caddero tutti e la Rocca fu difesa e Mordheim salvata.

Ora Khârn ha un altro compito, Khorne vuole il sangue di ogni Sorella di Sigmar e per compiere il suo volere il condottiero sta marciando
 verso le lande della Desolazione per radunare un esercito e assaltare l'Impero e dirigersi verso la Rocca in carca di vendetta...
Solo gli Dei sanno cosa accadrà in futuro!

Dalle memorie di Khârn. Paolo Matassa

 Leonora.com.de photo by: Sebastian Hilpert

Arriverà quel giorno cupo in cui un' onda rosso sangue si abbatterà nuovamente sulla murata della Rocca e quel giorno
le genti dell' impero si fermeranno a pregare per le sorelle guerriere.
Ma oggi, oggi possiamo rendere lode a Sigmar.
Oggi quel male é stato ributtato nel gorgo.


Lode a Bertha, lode alla guardiana del grande portale del bastione. Lode al nuovo comandante delle matriarche

sabato 19 dicembre 2015



Klaus, il Reietto, avanzava a fatica nella palude, seguito a breve distanza dai due ghoul che il conte aveva posto sotto al suo comando. Il caldo, l'umidità e gli insetti rendevano la marcia insopportabile ma il suo signore voleva un rapporto dettagliato su ciò che li aspettava in quel luogo e Klaus sapeva fin troppo bene quale sarebbe stata la sua sorte se lo avesse deluso. Il problema era che non avevano la minima idea di dove fossero. Il portale li aveva portati lontano dalla cittadella: la banda si era ritrovata dispersa in una strana palude tropicale e, prima che potesse riunirsi, era stata aggredita da strane creature metà uomo e metà lucertola.
Lo scontro era durato pochi minuti poiché gli aggressori era fuggiti nella boscaglia dopo aver subito qualche perdita.
Ora Lord Carstein era indeciso se proseguire in quel luogo "alieno" o fare ritorno a Mordheim.

Improvvisamente i pensieri di Klaus furono interrotti da una lenta cantilena...

Klaus attraversó velocemente il piccolo campo che era stato approntato nei pressi del portale. Trovò il conte in cima ad una piccola altura intento a   rileggere la lettera che aveva ricevuto poche ore prima di varcare il portale. Il Reietto non ne conosceva il contenuto ma non dubitava che si trattasse di qualcosa di importante poiché la firma era inconfondibile: Isabella V.C.

Gli spaventosi occhi color rosso-sangue dei due lupi neri del suo padrone lo scrutavano mentre si avvicinava.
Fece un breve respiro
-"Rapporto, mio Signore"
Lord Carstein ripose con attenzione la lettera e poi rivolse lo sguardo all'orizzonte
-"Parla"
-"Non vi è traccia delle creature che ci hanno aggredito, sembra che abbiate fatto loro passare la voglia di combattere. Ma abbiamo individuato una carovana, sembrano pellegrini e stanno eseguendo una strana cerimonia. Non so dirvi se siano umani o appartenenti a questo strano popolo. Ne ho contati cinque"

Il conte si prese qualche istante per riflettere. Poi rivolse lo sguardo in direzione di Mhorwen, il loro nuovo necromante.  Il mago che era partito con la banda da Sylvania era caduto durante una missione nel quartiere dei maghi di Mordheim. Il suo sostituto si era rivelato essere un incapace ed era stato giustiziato personalmente dal loro comandante. Ora costui era giunto direttamente da sylvania insieme alla lettera.

-" Occupati della carovana!"

Lord Carstein aveva chiaramente deciso di metterlo alla prova. Il mago fu abbastanza intelligente da non mostrare segni di dubbio o paura... non c'era spazio per i deboli nella banda del conte.

-" Come comandi mio Signore"


-Grazie al Moro per questo racconto-