venerdì 24 novembre 2017

Storia delle Bande: Armigeri de la Quest



Il tetro carro e la sua scorta si trascinava a fatica in quella palude. Era stato un lungo e faticoso viaggio dalla Bretonnia per i 3 scudieri mortali di Philippe, ma sapevano bene che sarebbero stati lautamente ricompensati, se avessero lavorato per il Conte. Avevano dovuto evitare le strade principali per via del carico: un carico fatto di zanne ed artigli affilati come rasoi.
Improvvisamente il carico iniziò a latrare e il negromante seduto sopra il carro sghignazzò: “Percepite la sua presenza, vero, piccoli miei? Percepite la presenza del vostro padrone!” Il negromante iniziò a guardarsi attorno, ma a poco servì, poiché la nebbia in quella palude era troppo fitta.
Dopo poco tempo, una figura emerse dalla nebbia. Vestiva una scintillante armatura color cremisi tipica dei Draghi Sanguinari ed un lungo mantello biancastro scendeva dalle spalle. Si intravedevano lunghi capelli bianchi sotto l’elmo riccamente ornato ed il volto pallido aveva un’espressione altera e sicura di sé. Al suo comparire, gli scudieri si inginocchiarono immediatamente, mentre  il negromante scendeva dal carro sghignazzando. Con un falso tono di rispetto, il negromante si piegò ed esordì con le seguenti parole: “Philippe Artois, Conte di Quest, Nobile Cavaliere dell’Ordine dei Draghi Sanguinari, il vostro umile servitore Mordred Richelieu vi rende omaggio e reca con sé ciò che voi avevate richiesto!”
L’uomo in armatura rimase impassibile a tamburellare il pomolo della spada che gli pendeva sul fianco sinistro  ed osservò con i propri occhi completamente neri il carro che si muoveva e latrava. “Apritelo” Disse dopo alcuni minuti. I suoi uomini scattarono prontamente e il carro venne aperto. Da esso emersero 3 esseri infernali, che in vita dovevano essere stati dei grossi e bellissimi cani da caccia, ma che ora apparivano come mostri dal pelo scuro e dagli occhi rossi. Quelle creature si mossero ringhiando verso Philippe e lo circondarono. Gli scudieri misero mano alle armi, pronti a difendere il loro tetro padrone, qualora i lupi si fossero mossi per attaccarlo. Così non fu: quegli esseri si avvicinarono a Philippe e si accucciarono ai piedi del loro padrone. Fu la prima ed unica volta che Philippe accennò un sorriso, con grande stupore dei suoi scudieri, i quali non credevano che il loro signore avesse più qualche vezzo da mortale. Mondred, invece, continuava a sghignazzare, proprio perché sapeva quali fossero le debolezze del suo “Padrone”: “ Vi piacciono, Conte? Ci ho messo tutta la mia arte e i miei studi per realizzarli. Ora potrete organizzare le battute di caccia, come un nobile del vostro rango che si rispetti, in questa città abbandonata dagli dei”
“Hai fatto un ottimo lavoro, Mordred, devo riconoscerlo!” La voce del Conte era profonda e cupa come al solito: “ Quali sono i nuovi ordini del Duca?”
“Nessuna variazione rispetto a quando siam partiti dalla Contea, mio signore: l’ordine da parte del Duca è di recuperare più Malapietra possibile, in vista della guerra del Duca contro suo fratello, il re di Bretonnia”
“E allora non stiamo a tergiversare ancora: abbiamo un compito da svolgere” Artois si voltò: “ Raccogliete le vostre cose e muovetevi: la caccia ci attende!” Detto questo, scomparve nella nebbia seguito dai suoi fedeli segugi. I suoi scudieri, benché stanchi, obbedirono agli ordini del Conte ed impacchettarono le proprie cose, sotto gli attenti occhi di un Mordred sempre intento a sghignazzante: sapeva fin troppo bene che Artois obbediva al Duca di malavoglia, ma quelli non erano in realtà gli ordini del Duca...
Povero Philippe: ha sempre avuto in seno una serpe fin da quando era mortale e non se ne è mai accorto!

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